Sono reduce di due bellissime giornata di lavoro al workshop di San Marino e – al rientro – sono frastornata dalla routine domestica che si accentra intorno ai bambini. Faccio quindi fatica a trovare lo spazio e il tempo necessario all’interno della giornata di ieri (lunedi 8) per eseguire la mia meditazione mattutina e il mio rilassamento serale, salto infatti a pieno il protocollo quotidiano per una giornata.
Le riflessioni che, a fine giornata, emergono dentro di me sono due:
La prima è che il tempo per un genitore che è anche un professionista, o che comunque ha un lavoro, è un bene prezioso quanto l’acqua da bere, in modo particolare per la donna che comunque ricopre più ruoli (la mamma, la moglie, la professionista, e infine se riesce anche la donna).
La seconda è che il sano egoismo è imperativo al fine di essere un genitore e un professionista migliore. Il problema che subentra quando rinunciamo al nostro benessere e quindi consegnamo il nostro sano egoismo al lavoro, ai figli, alla casa, o a qualsiasi altra motivazione, è che ne paghiamo le conseguenze direttamente e i nostri cari indirettamente. Infatti è tangibile la differenza della qualità della mia creatività e attenzione, oppure della mia pazienza e ascolto verso i miei figli quando mi lascio trascinare dalle giornate senza spegnere mai il flusso mentale, lasciando il mio cervello e le mie emozioni in balia delle mille cose da fare.
La sfida maggiore quindi è ritagliare degli spazi per il proprio benessere che siano ecologici e compatibili con il nostro lavoro e i nostri obblighi familiari.